MEDITAZIONE INSIEME A CARITAS PARROCCHIALE del 25 novembre 2023
María Mola Pérez de Laborda
Lettura della Lettera di San Paolo ai Corinzi 13:
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un
bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la
pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi
la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie
scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è
imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è
imperfetto scomparirà.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma,
divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in
maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora
conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che
rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”
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- Si è scritto tanto su questo passo di San Paolo (Corinzi 13), l’inno alla carità.
Mi hanno chiesto di parlare a voi, che siete esperti in “carità”. Come dice la definizione della
vostra pagina web di “Caritas” italiana: “Caritas Italiana è l’organismo pastorale della
Conferenza Episcopale Italiana che ha il compito di promuovere la testimonianza della carità,
cioè l’amore concreto per il prossimo. La dimensione della carità permea e feconda la vita delle
comunità”. Non so se lo avevate letto qualche volta, ma è tutto un programma di vita.
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- Chi sono io per parlare a voi sulla Carità?
Voglio condividere con voi la mia meditazione a voce alta…:
La carità è un dono di Dio ricevuto gratis, come tutti i doni che riceviamo. Se non c’è gratuità,
non c’è dono. L’altro giorno nella Messa leggevamo nella Lettera di San Paolo ai Romani: “… chi
gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?” E ancora un altro giorno,
in Rm 13 “La carità non fa alcun male al prossimo…” Noi non le abbiamo dato niente al Signore,
tutto l’abbiamo ricevuto gratis. Per questo lo dobbiamo a sua volta donare gratuitamente. Senza
attendere niente a cambio. Tante volte facciamo un dono, un regalo e aspettiamo qualche cosa in
cambio: “guarda io le ho regalato… e lei/lui… niente…”, questo non è donare gratuitamente,
perché vogliamo il contraccambio. Il Signore ci ha donato tutto gratuitamente, non aveva bisogno
di noi, ha voluto che l’amore che Lui ci dona, noi lo donassimo agli altri, e dobbiamo essere
coscienti di questo. E’ così grande l’amore di Dio verso di noi, che se veramente noi lo capissimo,
dovremmo traboccare d’amore verso gli altri. Ricordatevi della parabola dei Talenti, nel Vangelo
di Matteo che abbiamo ascoltato domenica scorsa, Lui ci dona, ma vuole che a sua volta noi le
facciamo fruttificare per gli altri, non nasconderlo perché abbiamo paura. Dona e sarai dono.
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- Il Dono più grande che Dio ci ha donato è il Suo Figlio. Il Creatore si è fatto Creatura per noi, per
la nostra salvezza. Fra poco celebreremo il Natale, il dono di Dio all’umanità. Verso Natale
leggiamo anche la Genealogia di Gesù, Dio guarda l’umanità e vuole mettersi in fila per essere censito, farsi uno di noi. Il Verbo si fa tenerezza!. La piccolezza d’uomo, che è un Bambino al quale bisogna curare, altrimenti muore. Il grande Mistero del Natale.
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- Lui, ci ha dato l’esempio quando nell’Ultima Cena: “si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un
asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i
piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto…Vi ho dato infatti
l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”.
Si toglie la regalità: depose le vesti, per mettersi la veste del servo: “un asciugatoio, se lo cinse
attorno alla vita” (Gv 13…)
DIO CREATORE, CHE SI METTE AL SERVIZIO DELLA SUA CREATURA! La vicinanza di
Dio al uomo. Di un Dio così, ci possiamo fidare!… e dice che ci ha dato l’esempio.
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- Voi fatte tutto questo lavoro per Carità, gratuitamente. Donate il vostro tempo, il vostro sforzo, la
vostra pazienza, il vostro impegno, alle volte faticoso, solo per carità, senza attendere niente in
cambio. Questo è bellissimo! Ce lo dice Gesù nel Vangelo di Luca (14, 12-14): “Quando offri un
pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini,
perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio”.
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- Ma, per praticare la carità si deve amare, come dice ancora la vostra pagina web di Caritas:
promuovere la testimonianza della carità , l’amore concreto per il prossimo. Il primo prossimo
che avete in questa missione è la stessa “Caritas”, l’equipe che la formate. Voi siete i primi che vi
dovete amare tra di voi, se no che state trasmettendo? L’“amore concreto per il prossimo” è il
grande comandamento: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore. Nel Vangelo di Matteo
leggiamo: “… un dottore della legge lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più
grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei
comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso”. (Mt.
22,34-40).
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- A Dio non si arriva da soli, se arriva con gli uomini, infatti come dice sempre nella vostra pagina
web di Caritas alla fine: “Permea e feconda la vita della comunità” Il Papa all’Angelus il 29 ottobre
c.a. ha detto: “L’amore per Dio e per il prossimo inseparabili l’uno dall’altro”, e continua:
“bisogna attingere all’amore di Dio e di Gesù per amare “sul serio” gli altri”.
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- Dovete amare le persone che incontrate, quelle alle quale distribuite il cibo, quelle che stendono
la mano verso di voi. Non è facile chiedere, stendere la mano, far capire che abbiamo bisogno di
qualche cosa, di qualcuno che ci aiuti, è come svestirci davanti agli altri, far vedere la nostra nudità.
Non so se avete fatto sperienza di dover aiutare a una persona anziana a farsi la doccia, lei forse si
trova a disaggio, è nuda, per noi è motivo di tenerezza, la stessa tenerezza che dobbiamo avere per
chi stende la mano per chiederci aiuto. Questo vuol dire, che voi dovete donare senza farlo pesare,
senza creare “una dipendenza”, senza superiorità ed orgogli, se no non sarebbe carità! Oggi sono
loro, domani possiamo essere noi. Solo dobbiamo ringraziare il Signore che possiamo fare questa
carità, questo bene agli altri.
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- Ma vi dico di più, in tutto questo che fatte non ha nessun senso, nessun valore se non diventa è
uno stile di vita, se non è la vostra forma d’essere cristiani, qualche cosa che scaturisce dal di
dentro di voi, se è solo una azione che fatte venendo qui una volta alla settimana o al mese, se è
solo dare, dare delle cose che ci danno a noi, per donare agli altri. Se non vi impegna
personalmente, se non vi coinvolge, se non sono i talenti che mettete a disposizione… vuol dire
che non ha senso, che è solo un passare del tempo, riempire la mattinata o giornata, o forse anche
pulirvi la coscienza. Non ha valore!
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- La nostra vita è un dono per gli altri, che nel caso vostro si concretizza anche in questo atto di
Caritas. Siamo tutti uguali: ricchi, poveri, brutti, belli…, quello che ci qualifica che siamo figli di
Dio.
La nostra vita è molto corta, per qualcuno di più, per altri di meno, ma sempre corta in confronto
a tutta l’eternità. E’ un attimo. La Sacra Scrittura ci dice: “In Lui ci ha scelti prima della creazione
del mondo per essere santi…” (Ef 1,4) e Gesù ci dice: “Vado a prepararvi un posto” (Gv 14,2). Da
come viviamo questo attimo dipende quello che vivremo nell’Eternità nel posto che Gesù è andato
a preparare per ognuno di noi. Lo ripetiamo tutte le domeniche quando recitiamo il Credo: “Credo
nella risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.”
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- “l’amore concreto per il prossimo” non può essere che fatto con gioia, la gioia della donazione,
l’amore per gli altri. Io immagino un Gesù gioioso, anche perché no, con certo senso dell’umore.
La tristezza allontana e la gioia attira.
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- Vediamo ancora l’esempio d’amore concreto per il prossimo, portato al massimo quando Gesù
sulla croce dona tutto! La sua vita l’ha donata agli uomini, la madre la dona all’amico, alla Madre
dona l’amico, al ladrone dà il Paradiso e al Padre dona lo Spirito.
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- Questa è la grandezza del nostro Dio e A OGNUNO DI NOI IL COMPITO DI METTERE IN
PRATICA LA CARITA’ E FARE DELLA CARITA’ UNO STILE DI VITA, UN CAMMINO