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referente Carlo Grignani
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Caritas Parrocchiale: uno dei tanti tasselli che esige corresponsabilità
«L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l’intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità». (cfr. Deus Caritas Est, 20).
La Caritas parrocchiale è l’organismo pastorale istituito per animare la comunità parrocchiale, con l’obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza, non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia “comunità di fede, preghiera e amore”. Questo non significa che non può esserci Caritas dove non c’è “comunità”, ma si tratta piuttosto di investire, le poche o tante energie della Caritas parrocchiale nella costruzione della “comunità di fede, preghiera e amore”. Come se la testimonianza comunitaria della carità fosse insieme la meta da raggiungere e il mezzo, (o almeno uno dei mezzi), per costruire la comunione. Un esercizio da praticare costantemente.
Cosa ci si aspetta dalla Caritas parrocchiale? Ogni parrocchia, che è volto della Chiesa, concretizza la propria missione attorno all’annuncio della parola, alla celebrazione della grazia e alla testimonianza dell’amore.
La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è chiamata ad animare e avviare una testimonianza di carità. L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse, emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in ambito ecclesiale e civile (animazione).
Come lavorare per un così alto obiettivo? L’esperienza e la riflessione avviata negli ultimi anni in Italia portano a definire alcuni elementi cardine su cui fondare il lavoro di ogni Caritas anche in parrocchia: la definizione dei destinatari/protagonisti del servizio di animazione (i poveri, la Chiesa e il territorio/mondo); un metodo di lavoro basato sull’ascolto, sull’osservazione e sul discernimento, finalizzati all’animazione; la capacità di individuare, tra tutte le azioni possibili, quelle in grado di collegare emergenza e quotidianità, cioè di intervenire nell’immediato e portare ad un cambiamento nel futuro; la scelta di costruire e proporre percorsi educativi, in grado di incidere concretamente nella vita delle persone e delle comunità.
Qual è il mandato della Caritas? Promuovere la cura delle relazioni, la conoscenza del contesto, la possibilità di scegliere insieme come agire, alla luce della missione della Chiesa.
Nella nostra comunità parrocchiale di Belgioioso, Filighera e Torre, oltre alla Caritas che in collaborazione con il Banco Alimentare distribuisce ogni mese 80-90 pacchi alimentari, grazie anche alla raccolta mensile a cui le nostre parrocchie rispondono con molta generosità, negli anni scorsi si sono tentate altre vie di aiuto caritatevole, come l’esperienza dell’Armadio della Carità, che grazie al lavoro di smistamento e di raccolta indumenti e non solo, arrivava a distribuire/consegnare abiti a chi in quel momento si trovava nella necessità anche di un vestito o di un paio di scarpe.
La Carità/Caritas non è questione di fare ma di essere. Nella comunità cristiana si possono fare tante cose, ma se la motivazione e la spinta non arriva dal cuore e dalla fede, ma solamente dal proprio io, non si può parlare di Carità/Caritas.
Su questo si lavorerà e ci si formerà, perché tutta la comunità cristiana si educhi e sii metta al servizio della stessa comunità con uno stile evangelico.
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Il servizio della Caritas di Belgioioso, Filighera e Torre
IL PACCO DEGLI ALIMENTI
Il cibo distribuito dalla Caritas parrocchiale e confezionato in pacchi che circa 1 volta il mese o, in particolari occasioni, anche 2 volte ogni mese, viene raccolto con vari canali:
- Dalla raccolta che l’ultima domenica di ogni mese viene effettuata durante le Sante Messe o nei giorni seguenti; i fedeli della parrocchia sono invitati dal Parroco ad aggiungere alla propria spesa anche alcuni generi (quali pasta, riso, olio, scatolame, latte, biscotti, ecc..) che vengono donati alla Caritas;
- Da quanto è dato gratuitamente dal Banco Alimentare della Lombardia; i volontari della nostra Caritas si recano ogni 30 giorni circa al Magazzino del Banco presso Monza e ritirano le derrate messe a disposizione; anche in questo caso si tratta degli stessi generi ritirati in parrocchia alle Messe;
- Dallo Stato e dalla Unione Europea che donano alla Caritas cibo confezionato: oltre a pasta e riso viene donato Formaggio Grana, Olio d’Oliva, Latte a lunga conservazione, Marmellate, eccetera
CHI HA DIRITTO DI RICEVERE IL PACCO DI ALIMENTI
- Chi versa in condizioni di bisogno e di povertà alimentare può rivolgersi in parrocchia per chiedere un aiuto.
- Chi viene segnalato alla Caritas dai Servizi sociali.
- Chi beneficia del Reddito di inclusione.
- Chi possiede un ISEE inferiore a €. 9.360
- Chi possiede un ISEE superiore a €. 9.360 (solo nel caso in cui venga redatta dichiarazione del Parroco che attesta lo stato di povertà).
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Uno stile da declinare: impegno all’ascolto
Parlare di volontariato in Caritas significa parlare di relazione, dello “stare con”, secondo uno stile che mai trascura la logica della promozione dell’altro. La relazione con la persona è l’architrave e il punto critico del nostro agire. Incontrare “l’altro” non significa risolvere i suoi problemi, perché gli “altri” non sono un problema da risolvere. L’altro è prima di tutto una persona. Vivere la Caritas è accogliere la persona, non solo il bisogno.
Ciò implica la disponibilità a mettersi in relazione, chiamare per nome e, se necessario, “sporcarsi le mani”. Significa “stare accanto”, coltivando una attenzione che permetta di capire i problemi, di cogliere i bisogni, valorizzando sempre le potenzialità che ognuno ha, ma che spesso restano latenti, per aiutare e stimolare l’autopromozione.
In cosa si impegna la Caritas Parrocchiale?
– ripartire dalla dignità della persona, di ogni persona. Occorre andare alla persona che è più grande della povertà che sta sperimentando. La carità non sopporta una relazione dall’alto al basso. Concretamente vuol dire la necessità di curare la qualità delle relazioni con tutti, a partire dai volontari.
– dare un’anima alla carità. Non solo il fare, ma il fare come Gesù. Non si è operatori Caritas perché si ha del tempo libero a disposizione, ma perché si cerca di vivere una forte spiritualità nutrita dalla Parola e dalla Eucaristia. Concretamente vuol dire che il cuore della sede Caritas è la “chiesa” e la prima azione è la preghiera.
– la prima forma di carità che evangelizza è la comunione. I carismi, i doni dello Spirito Santo vengono dati per l’utilità comune. Senza unità tra operatori della carità non si può operare. Concretamente vuol dire agire collegialmente, lavorare insieme, valorizzare le potenzialità di ciascuno.
– la regola è quella del Vangelo. La carità disordinata non è più carità. Concretamente vuol dire stilare un progetto parrocchiale/interparrocchiale, all’insegna della collaborazione e della condivisione. Importante è trasparenza e sinergia. A questo si arriva anche incontrandosi periodicamente.
– l’esperienza della carità va vissuta per condividere la gioia. Si è volontari per gioia e si fa volontariato perché si è incontrato Colui che è la nostra gioia, il Signore Gesù. Concretamente vuol dire che il luogo dove ci si educa alla carità e al servizio è la comunità cristiana, la chiesa, la parrocchia, l’oratorio. È importante che il Gruppo Caritas non si senta delegato dalla comunità a “fare la carità”, ma sia animatore di quella carità che deve coinvolgere tutti. Occorre accogliere tutto: il tempo piccolo e quello grande.
Da sabato 4 marzo 2023, è attivo il sabato mattina dalle 9.00 alle 11.00 il TEMPO DI ASCOLTO (nella sede Caritas o nella sede patronato Acli, cortile parrocchiale): gli operatori Caritas, a turno, saranno disponibili per mettersi in ascolto di eventuali necessità o nuove persone che richiedono un aiuto, oppure per eventuale preparazione di pacchi alimentari per “assistiti saltuari”.
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Stiamo dunque raccogliendo le forze per migliorare, implementare, razionalizzare questo servizio comunitario. Se vuoi donare oltre che ai prodotti alimentari anche una porzione del tuo tempo aiutaci nell’ambizioso progetto di rendere Caritas sempre di più un luogo di accompagnamento, aiuto e ascolto e meno un utile ma anonimo distributore automatico.
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